Il 7 febbraio è entrato in vigore il “decreto filiazione”, varato dal governo Letta con il Decreto Legislativo 28 dicembre 2013, che equipara finalmente i bambini nati da coppie sposate e tutti gli altri (naturali o adottati). Con il testo di legge ci sarà l’introduzione del principio dell’unicità dello stato di figlio, anche adottivo, e conseguentemente l’eliminazione dei riferimenti presenti nelle norme ai figli “legittimi” e ai figli “naturali” e la sostituzione degli stessi con quello di “figlio”, così da garantire la completa eguaglianza giuridica degli stessi. Si parlerà, quindi, di responsabilità genitoriale anche al di fuori dell’istituzione matrimonio, perché essere genitori non significa necessariamente essere marito e moglie. Il decreto legislativo, inoltre, sdogana la figura del “genitore prevalente”,  e fa un passo indietro rispetto alla legge  54/2006 che creava i presupposti per una frequentazione equa di mamma e papà. Anche se poi i giudici decidevano quasi sempre di far vivere i bambini per più tempo con le madri».
Quanto l’affido condiviso sia un importante traguardo è anche comprovato da studi  come il rapporto pubblicato sulla rivista Children &Society, frutto di uno studio di 7 università su 184mila minori in 36 Paesi: dimostra che vivono meglio i bambini che frequentano in modo paritetico entrambi i genitori». Una soluzione praticata in Italia solo una volta su 100. A differenza della  Svezia dove l’affidamento materialmente condiviso è scelto nel 30% dei casi, in Belgio nel 20%, in Quebec una volta su quattro». Gli affidi esclusivi ai papà rappresentano una rarità, lo 0,8 %. Tuttavia esempi come il provvedimento del Tribunale di Firenze non possono che rappresentare l’apertura ad un nuova visione dell’affido, questo ha stabilito il doppio domicilio, con tempi di frequentazione pressoché identici e mantenimento diretto del figlio. Fondamentale anche il riferimento alla possibilità, grazie alla decisione, di fruire delle agevolazioni comunali sia presso il padre che presso la madre, che apre la via a sostenibili iniziative presso le anagrafi per una doppia residenza. È un precedente giuridico di estrema importanza, che mostra lo sgretolarsi del fronte del “no”, nel rispetto della effettiva sensibilità dei figli e della nuova realtà giuridica.