Negli ultimi anni assistiamo sempre più ad una crisi generale di tutta la società. L’insicurezza nel mondo economico, la precarietà dei percorsi lavorativi, la confusione dei riferimenti culturali, la perdita di contatto con le proprie “radici”, la crescente volgarità e l’iper-consumismo, hanno lasciato soli i genitori alle prese con una “missione impossibile”:

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I genitori si interrogano quotidianamente sulle scelte educative per i propri figli e spesso avvertono la propria inadeguatezza ad agire in un contesto sempre più complesso e mutevole. Una società sempre più finta, di plastica, condizionata da un consumismo esasperato, con una perdita dei valori di riferimento che avevano guidato le generazioni precedenti ci disorienta. Stentiamo a distinguere ciò che vale da ciò che non vale; fatichiamo a orientarci in situazioni che sono cambiate e che spiazzano; situazioni per le quali si ha l’impressione di non avere la bussola adatta per percorrere i territori di un “paese sconosciuto”.

Vi è, di fatto una crisi culturale evidente ed una altrettanto evidente paralisi nella capacità di porre rimedio a questi aspetti.
La filosofia del “tutto e subito” che protegge i nostri figli dalle fatiche e dalle piccole frustrazioni quotidiane, necessarie invece, per il loro corretto sviluppo della personalità, così come l’iperprotettività di cui godono, certificano una società che ha disertato i propri compiti educativi affermando modelli non corretti.

Costantemente da più fronti ci vengono indicate false direzioni che ricorrono a sempre più sofisticati “sostitutivi relazionali”. Ci stanno avvelenando, e intossicando, creando una realtà parallela nella quale si ritrovano nuovi punti di riferimento, non sempre positivi. Tutte le direzioni indicano l’apparenza e l’immagine e raramente si arriva all’accettazione di sé e dei propri limiti, all’interno di una società costituita prima di tutto da persone e relazioni.
È chiaro che in queste condizioni è difficile offrire ai giovani dei punti di riferimento. L’ubriacatura di una libertà senza confini si alterna alle manifestazioni di disagio e di malessere interiore di chi non conosce il senso della propria esistenza e le condizioni che ad essa danno valore.

Quali strati del nostro sistema sociale stanno cedendo e perché? Chi sono i responsabili? A quali strategie educative è opportuno ricorrere?

Il riconoscimento di un’emergenza educativa ha messo a fuoco la complessità, la natura, le esigenze del processo di crescita di una persona.
Il nuovo interesse per l’educazione sta sollecitando a ripensare, aggiornare, rendere più adeguati i processi educativi. L’emergenza educativa potrà contribuire a sollecitare un nuovo modo di pensare l’educazione, offrendo a tanti genitori l’opportunità di compiere scelte educative a volte molto scomode ma sicuramente efficaci.

L’educazione è un compito non solo dei genitori, ma anche di insegnanti, educatori e di tutta la società civile. La responsabilità “condivisa” è quindi un argomento di primaria importanza su cui è opportuno trovare spazi e tempi per confrontarsi.